PERCHÉ L'INELEGGIBILITÀ DI BUCCI È UNA QUESTIONE SERIA.
Domani si insedia il nuovo Consiglio comunale di Genova, e come sempre il primo punto all'ordine del giorno è la delibera di convalida degli eletti.
Un passaggio formale, che di solito passa inosservato, domani avrà un grande rilievo perché sul Sindaco Marco Bucci pesa il vizio dell'ineleggibilità, in virtù del contemporaneo ruolo di Commissario straordinario del governo per la ricostruzione del viadotto Polcevera.
Non è la prima volta che accade. In passato i commissari di governo che hanno voluto candidarsi alle elezioni si sono dimessi dall'incarico commissariale almeno un mese prima delle elezioni. Il caso più recente e più celebre è quello di Beppe Sala, che appunto si dimise da Commissario Expo prima di candidarsi a Sindaco di Milano.
Perchè non si è dimesso anche Bucci? Non è dato saperlo.
Le stesse parole pronunciate sulla questione oggi dal Sindaco dimostrano come non ha ben chiari i termini del problema. "Secondo me le elezioni vanno vinte ai seggi. Chiunque voglia vincerle in altro modo sbaglia" ha detto Marco Bucci.
Ma nessuno mette in discussione l'esito delle elezioni comunali. Piuttosto ci si chiede se quell'esito non sia stato viziato dalla condizione di ineleggibilità, cioè dal contemporaneo ruolo di Commissario del sindaco eletto.
Secondo la costante giurisprudenza la ratio della causa di ineleggibilità è quella di evitare che l'esercizio di una carica, espressione del potere governativo sul territorio, alteri la competizione elettorale.
In sostanza, un Sindaco può esercitare contemporaneamente le funzioni di commissario di governo ma non può competere alle elezioni se prima non si è dimesso da commissario.
La teoria di Bucci, e probabilmente della segreteria generale del Comune che domani si esprimerà in Consiglio, si fonda tutta sulla distinzione tra Commissario di Governo e Commissario Straordinario di Governo. Ritenendo che l'ineleggibilità riguardi il primo ma non il secondo.
Una tesi originale, che non è mai stata tenuta in considerazione dai Tribunali che si sono pronunciati sul tema. Anzi, quando ha deciso la vicenda di Beppe Sale il Tribunale di Milano ha affermato espressamente l'equiparazione delle figure di Commissario e Commissario Straordinario ai fini dell'ineleggibilità.
La questione, pertanto, è tremendamente seria. Attiene alla regolarità della competizione elettorale, e quindi in sostanza al rispetto della democrazia.
Farebbe male il centrodestra a banalizzarla come se fosse la coda della campagna elettorale.
E fanno bene i consiglieri di minoranza a sollevarla in Consiglio Comunale, con competenza, pacatezza e rigore, come si conviene dinanzi ad ogni principio fondamentale che regola la vita democratica della nostra Repubblica.
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